Quotidiana Commedia - Gennaio 2022 . Galleria FIAF
Nonostante il poema dantesco sia un’opera che racconta un viaggio nell’aldilà, in ogni verso il Sommo poeta ci rivela l’al di qua, l’uomo e la vita di tutti i giorni.
Tutto il viaggio rappresenta il cammino nella vita di ogni uomo.
La nostra vita, quindi, è già una Divina Commedia, per questo propongo attraverso dieci terzine la mia commedia in forma di esplorazione fotografica quotidiana attraverso il telefono in applicazione Hipstamatic.
Frammenti di vita vissuta, immaginata o sognata uscendo a riveder le stelle.
Lavoro selezionato concorso “Selve Oscure” in mostra a cura di Marco Nicolini - Galleria FIAF, Palazzo della Penna . Perugia, Gennaio 2022
prof. Guglielmo Tini
Il trittico della fotografia numero uno può essere considerato la metafora dell’ascesa; il trittico numero due rende bene la solitudine di Dante nella selva (i’ non so ben ridir com’io v’entrai, Inf. I, 10); il numero tre può configurarsi come allegoria dei dannati (le immagini traducono bene la dissociazione di coloro ch’hanno perduto il ben de l’intelletto, Inf. III, 18); il trittico numero cinque è una paronomasia da Par. III, 57 (perché fur negletti i nostro voti e vòti in alcun canto); il trittico quattro è una metonimia che fa venire in mente Purg. II, 123-124 (e come a messagger che porta ulivo); il trittico sei è una sinestesia: io venni in loco d’ogne luce muto (Inf. V, 28); il trittico sette può essere un’allegoria della processione del canto XXIX del Purgatorio; il trittico otto è il tutto per la parte, dunque una sineddoche che richiama Purg. XXXII: Come le nostre piante, quando casca / giù la gran luce mischiata con quella / che raggia dietro a la celeste lasca … (52-60, interpretata da qualche critico anche come similitudine); il trittico nove è metafora della solitudine, ma non di quella dell’inferno, piuttosto di quella della contemplazione; il trittico 10 è un quindi uscimmo a riveder le stelle inteso come incontro con gli altri.
Personalmente mi sembra la rassegna che più resta sul testo della Commedia; anche le interpretazioni personali partono dalla terzina dantesca, che resta sempre il centro, il punto d’avvio. Qui l’interpretazione personale non dimentica il testo dantesco. A mio parere ottimo lavoro.