industrial beauty
L’industria fa paesaggio per perdite e profitti. Ci lascia una eredità ricca e minacciosa che coniuga progresso e catastrofe.
Il paesaggio di oggi diventa postindustriale. Lo spazio e il tempo vi si coniugano nella ubiquità del globale e nell’immediatezza di un presente senza fine. L’industria vi compare ovunque in una quotidianità familiare di circolazione, di mobilità, di luce, di energia, di bellezza, di benessere, di resti e di tracce...
La durevolezza delle attrezzature industriali dipende dalla loro natura. L’industria possiede dei complessi particolari, spesso monumentali – territori, oggetti e macchine al tempo stesso: raffinerie, acciaierie, centrali –, che obbediscono unicamente ai limiti di una funzionalità dalle forme e dai volumi imposti. Questi mostri, al servizio di un’unica causa e dalla bellezza spesso violenta, portano un ricordo difficile da perpetuare in assenza di una possibile ridistribuzione degli spazi.
The industry creates a landscape for losses and profits. He leaves us a rich and threatening legacy that combines progress and catastrophe.
Today's landscape is becoming post-industrial. Space and time are combined in the ubiquity of the global and in the immediacy of an endless present. Industry appears everywhere in a familiar everyday life of circulation, mobility, light, energy, beauty, well-being, remains and traces...
The durability of industrial equipment depends on its nature. Industry has particular complexes, often monumental - territories, objects and machines at the same time: refineries, steelworks, power plants - which obey only the limits of functionality with imposed shapes and volumes. These monsters, serving a single cause and with an often violent beauty, carry a memory that is difficult to perpetuate in the absence of a possible redistribution of spaces.